ETFs cosa sono e come usarli per investire con successo

Ormai siamo bombardati d’informazioni finanziarie di tutti i tipi. Uno degli acronimi che spesso vengono utilizzati quando si parla d’investimenti è proprio ETF. Fino a qualche anno fa io stesso pensavo di sapere con esattezza come investire in ETF, a cosa servissero e come si usassero. Con il tempo ho scoperto che dietro questa sigla si nascondono una serie d’informazioni e considerazioni molto importanti che è bene conoscere prima di fare le proprie scelte d’investimento.

A tal proposito ho preparato una mini-guida che contiene quello che a mio avviso sono le informazioni più importanti per chi vuole investire attraverso gli ETF. Buona lettura!

Qual’è la definizione di ETF ed il loro funzionamento?

ETF è l’acronimo della parola inglese Exchange Traded Fund, ovvero particolari fondi (o SICAV) che vengono scambiati sulle borse. Da un lato, trattandosi di fondi, vuol dire che acquistare una quota di un ETF equivale a comprare un paniere di titoli. A differenza dei classici fondi di investimento, però, gli ETFs sono scambiati in borsa e quindi le loro quote possono essere comprate e vendute in qualsiasi momento come se fossero azioni. Infine, gli ETF si possono dividere in ETF a gestione attiva e a gestione passiva.

Gli ETF a gestione attiva sono fondi gestiti da uno o più fund manager che, assieme a un team di persone dedicate, decide in quali titoli scegliere (asset allocation) sulla base di una strategia prefissata. L’obiettivo di un ETF a gestione attiva, quindi, è battere il mercato, o detta meglio, l’indice di riferimento di quel mercato (chiamato anche benchmark). Gli ETF a gestione passiva, invece, non dipendono dalle decisioni di un gestore del fondo, ma replicano l’indice di riferimento; quindi, sono strumenti per investire nel mercato proprio attraverso la replica dell’indice che seguono.

Ti faccio un esempio anche se lo vedremo meglio nel paragrafo successivo. Prendiamo l’iShares Core MSCI World ICITS: si tratta di un ETF gestito da BlackRock che replica l’indice azionario MSCI World Index. A sua volta l’ETF rappresenta oltre 1.500 titoli di aziende operanti in oltre 20 Paesi sviluppati. In sostanza, stiamo parlando di un modo per “acquistare l’intero mercato” anziché scegliere individualmente i singoli titoli in cui investire.

In questo articolo mi focalizzerò sugli ETF a gestione passiva in quanto ritengo siano gli strumenti più adatti per l’investitore individuale e quelli per cui valgono la maggioranza dei vantaggi che gli ETF forniscono all’investitore privato. L’argomento in realtà richiederebbe un approfondimento ma, essendo un tema vasto, rischierei di dilungarmi troppo. Lo lascio quindi a un post successivo in cui spiegherò meglio perché ho quest’opinione e come me la sono fatta (spoiler: leggendo molti libri di esperti in materia, in questo post ne trovi una selezione)

Perché investire in ETF a gestione passiva?

Gli ETF a gestione passiva hanno alcuni vantaggi che li rendono degli strumenti molto utilizzati, tra cui:

  • La comodità di poter investire in un paniere estremamente diversificato: gli ETF possono contenere al proprio interno anche decine di migliaia di titoli. Comprando una quota dell’ETF, si acquisisce esposizione a tutti i titoli contenuti all’interno dell’ETF senza dover investire singolarmente in ognuno, attività che sarebbe troppo onerosa per l’investitore privato sia in termini finanziari che di tempo necessario a svolgerla.
  • Bassi costi di gestione: essendo strumenti che si limitano a replicare un indice di mercato, non hanno bisogno di analisti e asset managers pagati profumatamente per scegliere i singoli titoli in cui investire per battere il mercato. Gli ETF a gestione passiva, infatti, ti permettono di acquisire esposizione sull’intero mercato a costi molto contenuti, tipicamente tra lo 0,05% e lo 0,3% annuo. Un affare rispetto al 2,3 o addirittura 4% che pagheresti per altri strumenti a gestione attiva.
  • Trasparenza: è una caratteristica fondamentale degli ETF. A differenza di altri strumenti, possiamo sapere tutto di un ETF. L’emittente dell’ETF è obbligato a condividere tutta una serie di informazioni importanti che permettono all’investitore di avere sempre un quadro completo sullo strumento.
  • Sicurezza: i tuoi soldi sono separati dal patrimonio della società che ha emesso e gestisce l’ETF. Questo significa che, nel caso in cui questa società fallisse, i tuoi soldi non sarebbero in pericolo perché, appunto, sono in un “contenitore” separato rispetto a quelli dell’emittente.
  • Liquidità: si tratta di ottimi strumenti per l’investimento di breve, medio e/o lungo periodo perché sono quotati in borsa. Questo significa che acquistarli o venderli è estremamente facile e veloce, minimizzando il rischio di ritrovarsi un asset difficile da rivendere nel momento in cui volessi disinvestire.  

Scegliere l’indice di riferimento

Una delle prime cose da fare per investire usando un ETF è scegliere l’indice che vogliamo replicare. Per farlo, devi innanzitutto capire che ruolo deve avere questo strumento all’interno della tua strategia di investimento. In particolare, gli aspetti che devi tenere presente sono questi:

  • Asset class: In cosa vuoi investire? Azioni, obbligazioni, materie prime, real-estate? Esistono vari ETF che ti permettono di acquisire esposizione in ognuna di queste classi di investimento replicando indici specifici. Sta quindi a te capire cosa ha più senso in base alla tua strategia di investimento personale.
  • Zona geografica: un altro aspetto fondamentale è capire in che mercati vuoi investire. Esistono indici che si rivolgono solo in Paesi specifici come ne esistono altri che guardano ai Paesi in via di sviluppo o addirittura ETF che investono praticamente in tutto il mondo. Anche qui, devi fare una scelta in base ai tuoi obiettivi e profilo di rischio.
  • Settore di riferimento: si tratta di un parametro che in genere è rilevante per gli indici azionari. Ad esempio, ci sono indici che si focalizzano su settori specifici come aziende operanti nel mondo dell’energia, o delle telecomunicazioni, Oil&Gas, tecnologia, etc. In questo caso, quindi, l’indice prenderebbe in considerazione tutte le aziende che rispecchiano alcuni requisiti specifici di settore.

Dopo aver identificato in cosa vuoi investire, quindi, devi scegliere l’indice di riferimento che meglio copre le tue esigenze. Il mio consiglio è quello di evitare indici che si concentrano su settori molto specifici e contengono pochi titoli. Un ETF che replica questo tipo di indice, infatti, potrebbe essere considerato più rischioso perché meno diversificato rispetto ad un altro che replica un indice più amplio. Un buon indice, quindi, deve coprire la gran parte del mercato di riferimento.

Nell’esempio che ho fatto sopra ho parlato del MSCI World Index, si tratta di un indice azionario globale focalizzato su oltre 20 Paesi sviluppati. È considerato un ottimo indice perché copre circa l’85% della capitalizzazione di mercato di ognuno di questi Paesi.

Caratteristiche per investire in ETF

  • Dimensione: la “regola” dice che è bene scegliere un ETF che abbia un livello di asset (ovvero di soldi che altri hanno complessivamente investito) superiore ai 10 milioni di euro/dollari. Un ETF con una dimensione inferiore potrebbe essere poco interessante per gli investitori e, quindi, potresti avere difficoltà nel vendere le quote in futuro. Secondo me dieci milioni sono comunque pochi e, a meno che tu non sia orientato a strategie di investimento in settori specifici, ci sono molte alternative con fondi che superano il miliardo di euro o dollari. Io mi orienterei verso ETF di grandi dimensioni per stare sicuro.
  • Attività di trading: devi verificare se l’ETF viene scambiato con un volume sufficiente su base giornaliera. Il volume di scambi giornaliero negli ETF più importanti può arrivare a milioni di azioni mentre altri vengono scambiati a malapena. Anche questo parametro è un ottimo indicatore di liquidità dell’ETF. Più alto è il volume degli scambi, più è probabile che sia liquido e abbia uno spread ridotto.
  • Costo di gestione: si tratta di uno dei componenti più importanti da analizzare prima di investire in un ETF. Il costo, chiamato anche Total Expense Ratio (TER) indica la percentuale annua che l’ETF percepisce come costi di gestione, tra cui spese operative, amministrative, di marketing, etc. Ovviamente più alto è il TER meno sarà il tuo guadagno, quindi è importantissimo minimizzare questo costo. Un costo accettabile va dallo 0,3% al 0,05% che oggi è possibile trovare sul mercato senza troppa difficoltà.
  • Società emittente: è importante scegliere un ETF emesso e gestito da una banca o società di grandi dimensioni, con una lunga storia di successo alle spalle e un’ottima reputazione. Nomi come BlackRock, Vanguard, Fidelity, Amundi, etc. sono sicuramente delle ottime organizzazioni.
  • Metodo di replica: Possiamo distinguere gli ETF in strumenti a replica fisica e a replica sintetica. I primi replicano l’indice di riferimento acquistando direttamente gli strumenti finanziari contenuti all’interno dell’indice stesso. I secondi, invece, replicano l’indice “artificialmente” utilizzando degli strumenti derivati. Ciò vuol dire che nel primo caso l’ETF acquista il titolo reale. Nel secondo, invece, prova ad arrivare allo stesso risultato attraverso degli escamotage finanziari che, però, espongono a molti rischi. Il mio consiglio è di focalizzarti esclusivamente su ETF che replicano fisicamente gli indici di riferimento.
  • Utilizzo dei profitti: anche qui ci sono due tipologie di ETF, si distinguono in base alla politica di gestione dei dividendi o interessi generati dai titoli contenuti al loro interno. Da un lato abbiamo gli ETF a distribuzione, i quali accreditano sul tuo conto eventuali dividendi o cedole subito dopo la maturazione affinché tu possa disporre a tuo piacimento. Dall’altro ci sono gli ETF ad accumulazione che invece li reinvestono direttamente nell’ETF andando ad aumentarne il capitale. Uno degli svantaggi della distribuzione è che, al momento della maturazione, pagherai il capital gain sui dividendi/cedole che ti vengono accreditati. Quindi, se sei un investitore di lungo termine, è quasi sempre conveniente scegliere l’accumulazione per veder crescere il tuo capitale investito ed evitare tassazioni inutili. Diversamente, se sei alla ricerca di entrate aggiuntive per aumentare il tuo reddito la distribuzione è quello che fa al caso tuo.

Dove puoi trovare le informazioni per investire in ETF?

Per ottenere molte di queste informazioni in modo affidabile e veloce, ti consiglio di consultare il KIID, un documento obbligatorio che contiene informazioni essenziali su qualsiasi fondo comune e/o ETF commercializzato in Europa. Per trovarlo ti basterà digitare “KIID” + l’ISIN, ovvero il codice identificativo dell’ETF che ti interessa. Andando sul sito dell’emittente, poi, troverai maggiori informazioni sull’ETF per farti un quadro completo dello strumento. Se ti interessa approfondire, leggo il post in cui ti spiego come scegliere un ETF.

Domande per i lettori:

Investi già o stai pensando d’investire in ETF? Quali sono le caratteristiche di un ETF che ritieni siano più importanti per raggiungere i tuoi obiettivi? Pensi che esistano strumenti d’investimento migliori rispetto agli ETF?

Mi farebbe molto piacere avere la tua opinione. Scrivimi a info@felicitafinanziaria.it o mandami un messaggio per dirmi cosa ne pensi!

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